Una società in decadenza …
Abbiamo commesso una serie di errori: “benessere” non è un sinonimo di “beni materiali”, l’umanità è concentrata sul sembrare anziché sull’essere, il lavoro è inutilmente competitivo e tende a disumanizzare gli operatori, le salatissime cure mediche hanno compiuto scarsi progressi nella cura delle patologie più gravi, il pianeta è gravemente inquinato, i sistemi di governo sono complicati e lontani dalle esigenze e dai desideri degli elettori, le città scoppiano ed i servizi peggiorano …
Serve una trasformazione, è indispensabile passare dal vecchio al nuovo, un cambiamento che non è mai indolore ma che, anzi, è sempre accompagnato da sacrificio e sforzo.
Se veramente vogliamo che il mondo sia diverso dobbiamo fare qualcosa!
Qualcosa di diverso da ciò che facciamo, solitamente, quando restiamo delusi per l’atteggiamento di un cliente, un vicino, un amico o del capo ufficio. Purtroppo, è uso comune inveire ed arrabbiarsi con il “responsabile” della nostra delusione; “… è tutta colpa sua, è sempre così superficiale e poi come si è permesso di dirmi quelle cose …”, è una vita che ci raccontiamo sempre le stesse bugie!
Siamo bravissimi e meticolosi, quando si tratta di controllare l’operato di chi ruota intorno a noi, ma quando l’oggetto del contendere siamo noi stessi, improvvisamente diventiamo ciechi e grossolani, è evidente che questo sgraziato modo di fare, così limitante e scorretto, necessita di qualche miglioria.
Ci occorre un cambio di paradigma!
Se iniziamo a guardare dentro noi stessi invece che agli altri il gioco è fatto, scopriremo nuove e strabilianti verità, che amplieranno le precedenti, le renderanno decisamente più precise ed ingloberemo ciò che prima era un’eccezione difficilmente comprensibile.
Rivolgere lo sguardo dentro se stessi porterà a scoprire, con il tempo, una serie di cose: le bugie che diciamo o che ci raccontiamo sono veramente tante, servono per coprire le nostre inettitudini, fanno male a noi stessi e ci rendono ogni giorno più ciechi.
Guardarci dentro, purtroppo, è innanzitutto faticoso e, nella maggior parte dei casi, anche doloroso, è un viaggio che difficilmente si può affrontare da soli, sembra assurdo, ma all’interno di se stessi è facile smarrirsi, inseguire facili miraggi e dimenticare l’obiettivo.
Questo è il tempo di cercare un gruppo di persone, che ci aiuti, ci guidi e ci supporti, nella scoperta delle nostre responsabilità e nella ricerca delle cause dei nostri sintomi, e quando lo sguardo passerà dal mondo esterno a quello interno sarà possibile scoprire la vera vita.
Con il tempo, ognuno ritroverà se stesso, il paradigma sarà totalmente diverso e la felicità potrà essere vera.
Il passaggio “da apparire ad essere”, è la trasformazione che ci attende in questo terzo millennio e, metterla in pratica prima che le circostanze lo impongano, è sinonimo d’intelligenza.
Davide