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Siamo la società dei contenitori, l’involucro è molto più importante del prodotto.

Alcuni giorni fa riflettevo sui rifiuti: una piaga, non sappiamo più dove metterli e per smaltirli si creano strutture abominevoli che, giustamente, sono contestate da chi vede invasa la propria terra da un immondezzaio gigante che porterà puzza, inquinamento e calo del valore delle proprietà.
Purtroppo la quantità dei rifiuti è aumentata negli anni e, se non cambiamo il modo di consumare, continuerà ad aumentare con quella crescita esponenziale che tutti, in qualche modo, sperimentiamo ogni volta che gettiamo la spazzatura di casa.
Osservando la spazzatura di casa mia mi accorgo che è formata per il 90% circa da contenitori e solamente il rimanente 10 % è contenuto: il contenuto sono le cose vecchie, rotte o in disuso.

Siamo la società dei contenitori, l’involucro è molto più importante del prodotto.

Quando andiamo in un supermercato tendiamo ad acquistare e ad essere attratti da ciò che è per noi appariscente ed invitante e, purtroppo, la tendenza è quella di acquistare senza leggere l’etichetta, sia che si tratti di cibo, vestiti o un giocattolo.
Quello che conta è l’immagine: quando usciamo di casa lucidiamo le scarpe, annodiamo bene la cravatta e se incontriamo qualcuno tiriamo in dentro la pancia e cerchiamo di sembrare più alti di ciò che siamo realmente. Ma se il “qualcuno” in cui c’imbattiamo sa leggere la nostra “etichetta” (come stiamo interiormente a discapito dell’apparenza) ecco che subito s’accorge delle nostre difficoltà interiori…ed il nostro prodotto reale è svelato.

Purtroppo la quantità di pattume che produciamo è direttamente proporzionale all’importanza che diamo alla nostra immagine e non potrà mai diminuire fintantoché l’apparenza, nella nostra scala dei valori, è superiore alla sostanza.

Quando regali qualcosa fai il biglietto?

Mi sembra che la parte più importante di un regalo sia proprio quel cartoncino che a volte l’accompagna.
Lì ci può essere la parte interiore, posso scrivere la motivazione reale che mi spinge a fare quel gesto: un mazzo di fiori senza biglietto è qualcosa che si butta dopo 4 giorni e non rimane più niente; in questo caso, mi sembra, che i fiori siano l’involucro del bigliettino.
Gli involucri si buttano subito e, dopo un po’ di tempo, si buttano anche i regali, o comunque perdono di significato. Quello che ci rimane è il contenuto reale di quel gesto: nessuno ci potrà mai togliere la sensazione che ci ha trasmesso un atto d’amore, la ricchezza di un tale gesto ci nutre di una sostanza che è la più preziosa tra quelle che conosciamo.
Se fossimo più concentrati sulla sostanza e meno sugli involucri, potremmo risolvere brillantemente il problema dei rifiuti, ci dedicheremmo alle cose veramente importanti della nostra vita e alle cose che contano, in questo caso, le relazioni sociali che avviamo con chi incontriamo ogni giorno.

A questo punto la domanda che mi devo fare è: “quanto sono reali e profonde le relazioni che instauro nel mio quotidiano?”, se osservo la quantità di pattume che produco in casa, posso trovare un valido aiuto nel formulare la risposta.

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