L’altro giorno un caro amico mi raccontava di una recente esperienza vissuta ad un seminario di cromoterapia. Tra le tante cose positive, è emersa una sua perplessità nei confronti di alcune affermazioni del docente: la questione era la possibilità o meno di perdonare le persone con cui ci si arrabbia.
Il docente affermava che è inutile parlare di perdono in quanto esso è irrealizzabile.
Quando qualcuno ci fa qualcosa e, in conseguenza di ciò, noi ci arrabbiamo, ecco che abbiamo assorbito un’energia di un certo tipo e, se vogliamo mantenere lo stato di salute, dobbiamo restituirla o, comunque, in qualche modo, scaricarla.
È un po’ come dire che ho assorbito una sostanza tossica ed in quanto tale velenosa e che se voglio stare bene devo trovare il sistema di buttare il veleno da qualche parte.
Questo è ciò che meccanicamente siamo portati a fare: una volta pieni di rabbia, cerchiamo qualcuno su cui scaricarla, o il diretto interessato oppure qualcun altro. Solitamente cerchiamo di scaricare le tensioni assorbite su persone più deboli o fragili di noi.
Ma allora è vero che non è possibile perdonare?
Per fortuna la natura ci ha fornito di strumenti che, se ben utilizzati, ci permettono di trasformare la tensione in energia positiva.
Infatti le piante assorbono dal terreno sali minerali ed acqua e poi con queste sostanze, opportunamente miscelate all’energia solare, producono fiori, frutti e foglie. Analogamente gli animali si cibano di varie sostanze che, sapientemente dosate, producono moto e quant’altro serve al loro ciclo vitale.
L’umanità, fortunatamente, non è da meno e quindi si nutre di cibo, acqua, aria ed impressioni.
Il tutto, miscelato nelle giuste proporzioni, produce la nostra vita.
Anche noi, come le piante, abbiamo la possibilità di assorbire sassi (sali minerali) e trasformarli in frutti e fiori.
La differenza sta nel fatto che le piante sanno trasformare i sassi in fiori attraverso un processo meccanico e quindi senza sforzo, l’umanità, al contrario, se vuole trasformare il piombo in oro, si deve applicare per fare uno sforzo deliberato.
Solo in questo modo potrà trasformare la rabbia in comprensione e, di conseguenza, in perdono.
Si chiama processo di ‘trasformazione delle emozioni negative’, ed è un sistema che permette la trasmutazione del buio in luce o, come dicevano gli alchimisti, del piombo, appunto, in oro.
Esiste poi un’altra possibilità, più complessa e di difficile raggiungimento.
Questa consiste nella possibilità di non assorbire i sassi, o, meglio, di vivere senza identificarsi, ricordandosi di se stessi, ma questo sarà materiale per un prossimo scritto.