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Reprimere i bambini con scelte piovute dall’alto crea strutture rigide e finto/adattogene in attesa di sviluppare maggior forza: futuri adulti con scarsa autostima e portati al contrasto e alla discussione.
Insegnare l’arte del ragionamento crea strutture elastiche ed intelligenti capaci di riconoscere i propri errori: futuri adulti sicuri di se stessi e abili dal punto di vista relazionale.
30 anni fa circa, una corrente educazionale diceva che ai bambini non si doveva insegnare niente, avrebbero imparato da soli affrontando il mondo e se non avessero subito restrizioni educative avrebbero imparato prima e meglio a socializzare positivamente con il mondo circostante.
Una corrente educazionale in evidente contrapposizione con quanto accaduto fino a quel momento; la rigidità nell’incivilire i figli in modo irreprensibile era stata un punto fermo fino agli anni 80.
Oggi, abbandonate le vecchie posizioni estreme, i genitori si barcamenano alla ricerca di una sensata posizione intermedia; non più il rigore inflessibile che chiude la mente, reprime ed inscatola ogni iniziativa al di fuori di ciò che sono le usanze ed i costumi del tempo, ma neanche un totale permissivismo, che tenderebbe a dare un senso di onnipotenza non aiutando a percepire le poche importanti regole per una sana convivenza con la società di cui si è parte.
Il tipo di educazione ricevuta è un marchio che segna indelebilmente il cammino su questo pianeta, senza accorgerci facciamo scelte condizionate da quanto appreso pensando di essere gli artefici della nostra vita, mentre la cosa più evidente è l’incapacità di evadere il modello educazionale.
Uno schema educazionale abbastanza evidente in tanti individui è l’inadeguatezza nei confronti delle situazioni tensive, in presenza di un attrito nei confronti di un altro essere umano i più sfoggiano comportamenti non all’altezza della situazione. Le possibilità sono varie: da colui che inizia ad urlare per far valere la propria ragione a colui che, invece, tace con finta sottomissione; da un estremo all’altro ci sono una quantità di condizioni e sfumature interessanti.
Non mi dilungo a spiegare che solitamente l’atteggiamento migliore è la ricerca della comprensione dell’altrui punto di vista, mi interessa di più far notare che l’incapacità di far fronte alle situazioni tensive è legata alla mancanza di esempi durante la fase di crescita.
Eravamo piccoli e le decisioni ci venivano imposte dall’alto, i nostri genitori, senza spiegazioni o con ragionamenti lacunosi e incomprensibili decidevano cosa era meglio per noi, le nostre proteste scatenavano rigidità e atteggiamenti dittatoriali, qualcuno usava anche le mani …
Ecco cari genitori svelato il perchè i nostri figli non sanno reggere le tensioni, gli abbiamo insegnato che il più forte ha sempre ragione e impone il suo volere, anche perchè avendoli mandati a scuola hanno subito il medesimo modello, dall’asilo all’università.
CHE FARE?
Domani quando tuo figlio ti chiederà qualcosa di improbabile, armati di pazienza e spiegagli perchè è meglio che lui opti per altre scelte, se si genererà tensione significa che non conosci lo schema della pazienza e quindi datti da fare!
Una società diversa sarà composta da persone che avranno la forza e il coraggio di mettersi in gioco, riconoscere i propri errori e spezzare le catene educazionali che li legano al passato.
Diamo un taglio all’educazione repressiva, prendiamo responsabilità ed insegniamo ai nostri figli il valore del ragionamento.
Reprimere i bambini con scelte piovute dall’alto crea strutture rigide e finto/adattogene in attesa di sviluppare maggior forza: futuri adulti con scarsa autostima e portati al contrasto e alla discussione.
Insegnare l’arte del ragionamento crea strutture elastiche ed intelligenti capaci di riconoscere i propri errori: futuri adulti sicuri di se stessi e abili dal punto di vista relazionale.