[images style=”0″ image=”http%3A%2F%2Fwww.naturopatia.org%2Fwp-content%2Fuploads%2F2015%2F06%2Fparadosso-per-la-crescita.jpg” width=”700″ align=”center” top_margin=”0″ full_width=”Y”]
QUALSIASI COSA TU VOGLIA FARE FALLA ORA,
DOMANI È DOMANI E NON SARÀ MAI!
Anni fa un esperto di Càbala ebraica tentava di spiegarmi, improduttivamente, la preziosità del paradosso, mi ricordo che disse: “la capacità di comprendere e di riuscire a far coesistere, all’interno dello stesso concetto, sia la tesi che l’antitesi è data dal livello raggiunto da una certa persona sulla scala dell’evoluzione”.
Nel 91 questo concetto mi apparve in tutta la sua apparente assurdità, com’era possibile riunire nella stessa convinzione due riflessioni fondamentalmente discordi tra loro?
Cresciuto nella convinzione che la verità fosse una e mio preciso dovere trovarla e manifestarla poi nella vita, stentavo a credere quanto le mie orecchie udivano, in qualche modo mi si diceva che la verità ha molte facce e la capacità di comprenderne le varie sfumature è appannaggio di colui che è cresciuto o sta crescendo.
Non riuscivo a comprendere la portata di questo pensiero, bloccato su convinzioni raggiunte faticosamente tramite lenta maturazione, trovavo difficile smontare ciò che da poco avevo costruito.
Negli anni ero riuscito a smantellare un fortissimo “chi s’accontenta gode” imparato in famiglia, un concetto che, nel modo in cui l’avevo assorbito, mi aveva limitato, impedendomi di puntare al gradino più alto, uno schema che in adolescenza mi ha condizionato a tal punto che inconsapevolmente puntavo direttamente al secondo o al terzo posto; nel cassetto dei miei ricordi ci sono solo medaglie d’argento o di bronzo.
A vent’anni circa, avevo smantellato il vecchio schema e iniziavo a produrre quello opposto: se volevo crescere dovevo riuscire a non essere contento di ciò che ero, una motivazione continua che mi faceva ricercare continuamente qualcosa di meglio.
È stato uno schema estremamente produttivo, in quegli anni ho imparato a fare ogni mestiere utile al contesto della mia vita: elettricista, cuoco, falegname, piastrellista, muratore, idraulico, imbianchino, carpentiere e ce ne sono altri. Mai contento facevo ancora di più e inglobavo nella mia esperienza di vita nuovo materiale sugli altri e su me stesso; ero certo della mia crescita, le mie capacità lo dimostravano, la mia matematica diceva: “più abilità = più evoluzione”.
Assorbire ciò che in quel corso sulla Càbala ebraica mi stava dicendo il mio amico Nadav Ehliau, mi appariva come un passo indietro e le mie convinzioni, o meglio i miei schemi, me lo impedivano, senza comprendere il reale significato di ciò che stavo ascoltando, inconsapevolmente accantonai l’insegnamento per momenti più maturi.
Qualche anno fa finalmente una folgorazione mi ha permesso di riunire i pezzi e di produrre un nuovo schema mentale ancor più potente e produttivo del precedente, Nadav ha ragione! Il paradosso può esprimere una verità con più sfumature e, riuscire a comprenderne la reale portata, è uno sforzo conseguente ad un percorso di crescita.
“Chi s’accontenta gode” è uno schema straordinario, mi fa sentire bene in ogni situazione, sono sempre a posto e contento, il pericolo è che rischia di essere una giustificazione per coprire una pigrizia endemica e in questo caso, lo schema, mi spinge a lasciare le cose come sono, tanto godo lo stesso, “a cosa serve impegnarmi a fondo quando anche con poco sto bene!”
Lo schema opposto, invece, spinge continuamente a fare meglio, ogni giorno di più e più adeguatamente; un altro schema straordinario che però, nel lungo termine, produce una vita piena di lavoro ed impegni importanti ed altrettanto avara di soddisfazioni, una vita che negli anni è destinata ad ingrigirsi.
Riunire i due schemi produce il paradosso e la vita migliora: dare il massimo per produrre un buon risultato e constatare, a fine giornata, il valore del mio lavoro; contemporaneamente, accorgermi che, con un po’ di attenzione in più avrei potuto fare meglio.
Se voglio produrre soddisfazione, colore, efficacia e qualità intorno e dentro di me devo riuscire a crescere, solo così potrò comprendere le infinite opportunità che questa società paradossale mi offre.