La solitudine delle particelle di sodio all’interno dell’acqua che bevo mi ha turbato per alcune notti poi, alcuni giorni fa in sogno, una folgorazione improvvisa ha dissipato le tenebre che mi avvolgevano e tutto è tornato chiaro.
Mi sono ricordato di quando, mia mamma e mio padre, mi raccontavano la loro vita nel periodo della seconda guerra mondiale, di quanto era scarso il cibo e di come era difficile “sbarcare il lunario”.
La cosa interessante, che mi è tornata alla mente, riguarda il cibo ed in particolar modo pane e pasta che, in quel periodo, erano rigorosamente di colore nero, cioè integrali. Qualche anno dopo la guerra qualche benpensante iniziò a diffondere la cultura del “bianco è meglio” e di lì a poco si iniziò a mangiare cibo sbiancato con notevoli danni a carico degli ignari intestini.
Passarono alcuni anni e lo stesso benpensante iniziò a venderci la crusca (quella che prima si dava ai cavalli), qualcuno riuscì a regolarizzare l’intestino ed il prodotto “miracoloso”, spacciato anche per dimagrante, ebbe grande successo.
Il medesimo benpensante qualche anno dopo riuscì a venderci anche l’olio di germe di grano; fa bene alla pelle ed è ricco di vitamine, recita ancora oggi la pubblicità.
Dal chicco di grano in un breve periodo nacquero tre prodotti (farina bianca che qualcuno chiama colla, crusca o cibo per cavalli e olio di germe di grano), ma la somma dei tre è un’aberrazione che non potrà mai restituirci la perfetta complessità armonica prodotta da madre natura in ogni singolo chicco.
Ma per tornare alla solitudine delle particelle di sodio, oggi su alcune tavole è possibile trovare acque purissime, sgorgate da alte sorgenti alpine che, oltre ad essere devitalizzate per il lungo viaggio sono anche carenti di sali minerali (le particelle di sodio sono sali minerali). I sali minerali sono uno degli elementi principali disciolti in ogni tipo di acqua a meno che non si parli di acqua distillata che è tollerata dall’organismo solo in piccole quantità. Anche nell’acqua piovana non si trovano sali minerali e anche questa non è tollerata dall’organismo se non in piccole quantità.
Avete mai visto quel film dove i naufraghi si salvano dalla disidratazione bevendo acqua piovana mista ad acqua di mare? L’acqua di mare è indispensabile per ristabilire un minimo di equilibrio idrosalino alla pioggia così da renderla potabile.
Mi sembra che si possa cogliere un parallelismo, tra quello che è accaduto al chicco di frumento nel dopoguerra e ciò che sta accadendo alla nostra acqua.
Il figlio di quel benpensante, così attivo nel periodo postbellico, si sta dando molto da fare, eguagliare il padre non sarà facile, ma l’inizio è promettente.
Nei frigoriferi dei bar e negli scaffali dei supermercati le vecchie bibite sono state sostituite: da un lato, acqua minerale povera di sali minerali e non adatta a dissetare l’organismo, dall’altro gli integratori idrosalini ricchi di sali minerali e perfetti per soddisfare la nostra sete.
60 anni fa i miei genitori bevevano l’acqua dei fontanili e dei pozzi, ricchissima in sali minerali.
Purtroppo oggi, ancora una volta, ciò che madre natura ci ha donato con la sua perfetta complessità armonica è stato scisso, il “chiaro” è stato separato dallo “scuro” e poi ci è venduto separatamente per il nostro benessere.
Ma quando l’uomo ha smesso di usare la testa per capire cosa ha senso e cosa non l’ha? È sempre stato così o ad un certo punto della storia, forse per via di un accidente, abbiamo preferito delegare la nostra responsabilità ai benpensanti dalla voce suadente?
Forse è sempre stato così, ed utilizzare la nostra parte razionale per comprendere e dividere cosa ha senso da ciò che non l’ha è uno sforzo che alcuni non faranno mai, preferendo non prendere responsabilità rispetto alle loro scelte.
Se vogliamo un mondo migliore è indispensabile responsabilizzarci.
I benpensanti esisteranno sempre, ma noi possiamo essere diversi. Riprendere le redini della nostra vita è la scelta più importante che ognuno di noi può fare, il mondo rimarrà uguale e la nostra diversa prospettiva lo renderà straordinario.
Davide