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Mindfulness: capire se stessi per essere migliori

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Esisteva un Mago ricchissimo e avaro che possedeva numerose greggi.

Egli non si serviva di pastori e non voleva nemmeno recintare i luoghi dove pascolavano le sue pecore. Spesso accadeva che alcune si smarrissero, ma soprattutto che sfuggissero alla cattura, perché sapevano che il Mago voleva la loro carne…

Il Mago trovò un rimedio: ipnotizzò con la sua magia le pecore, oscurò la loro coscienza e inculcò in loro tre convinzioni fondamentali:

  1.  voi siete immortali, sicché non dovete temere la macellazione, che è anzi un modo di entrare nell’eternità;
  2. io sono buono e sopra ogni cosa vi amo;
  3. voi non siete pecore, ma leoni, aquile, uomini, maghi, maestri e discepoli sulla via del Risveglio.

In questo modo, le pecore, anziché sfuggire verso la libertà, da allora restarono docilmente “incantate” in attesa della cattura da parte del Mago.

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La metafora del Mago è un antico insegnamento orientale che Gurdjieff portò in Occidente e divulgò ai suoi discepoli nei primi anni dopo la Prima Guerra Mondiale. Purtroppo la verità che veicola è quanto mai attuale e oggi la comprensione del suo insegnamento è, a differenza di cento anni fa, alla portata di tutti.

La capacità di comprensione rispetto a se stessi e al proprio quotidiano, nell’umanità, è molto aumentata rispetto agli anni in cui Gurdjieff diffondeva il suo insegnamento tra Francia e America.

In questa metafora sono presenti alcuni punti salienti su cui è importante riflettere: l’incantamento della coscienza, l’immortalità e il senso di onnipotenza.

Ouspensky, il seguace più famoso di Gurdjieff, racconta in uno degli illuminanti testi che ci ha lasciato quanto sia difficile, se non addirittura impossibile, convincere qualcuno a lavorare in direzione dello sviluppo della coscienza di sé.

Come si può convincere qualcuno a sviluppare qualcosa che ritiene di possedere?

Naturalmente è impossibile, nessuno andrà al supermercato ad acquistare i biscotti se ritiene di averne molti in dispensa; non acquisteremo una lezione di ballo, se pensiamo di essere già dei ballerini; non cercheremo altri funghi nel bosco, se siamo convinti di averne già un cesto pieno…

Eppure l’essere umano vive una vita intera in piena incoscienza; nella più completa inconsapevolezza i giorni passano e la vita si svolge fuori dal nostro governo, ma, naturalmente, non ce ne accorgiamo.

L’incantesimo è forte e ottenebra la coscienza rendendoci “stupidi” e ciechi dinanzi alla realtà

ogni tanto un barlume di luce filtra attraverso il buio e solletica la nostra coscienza addormentata, ma, immediatamente, l’oscurità riprende il sopravvento e noi rientriamo docilmente nel nostro programma.

La vita si svolge davanti ai nostri occhi e noi ne siamo gli autori incoscienti e inconsapevoli; tutto è legato alle nostre reazioni meccaniche e ingovernate. Ogni nostro gesto, emozione o pensiero è meccanico, nient’altro che una reazione a uno stimolo ambientale.

Altro non siamo che televisori sui quali scorrono programmi, film, documentari, notizie e reality in un perenne zapping automatico confuso e isterico… e la nostra coscienza? … la coscienza non c’è: noi siamo gli spettatori e siamo addormentati sul divano davanti al televisore.

Naturalmente non dovete né credere a ciò che ho scritto né criticare: l’atteggiamento sensato sarebbe quello di cercare di cambiare programma. Solo colui che è risvegliato, e che quindi ha coscienza di sé, può cambiare canale.

Se sei cosciente di te stesso, cambia ora. Sii diverso e modifica quelle parti di te grazie alle quali puoi essere migliore, per il tuo e l’altrui bene

Probabilmente è da tanto che ci provi e finora hai ottenuto risultati scarsi, soprattutto instabili e poco soddisfacenti.

È un dato che accomuna tutti e, se ne sei consapevole, significa che sei un passo avanti nella giusta direzione.

Chiunque abbia fatto anche solo una piccola esperienza meditativa sa che non riesce a governare neanche i propri pensieri.

Se non puoi indirizzare il pensiero, come pensi di poter essere l’artefice del tuo quotidiano?

Il primo passo è essere consapevole di non essere cosciente di te stesso;
il secondo passo è capire che, anche quando ci provi, ci riesci solo per pochi secondi;
il terzo passo è cercare un gruppo di persone speciali come te, che hanno compreso e stanno lavorando per sciogliere l’incantesimo.

Nel prossimo articolo troverai gli altri punti salienti della metafora del Mago.

Con Amore

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