Sono stato in India
e tra le tante esperienze vissute
alcune mi hanno lasciato il segno.
15 giorni in India: che esperienza
Un paio su tutte: l’ashram di Amma (famosa per dispensare i suoi abbracci di vero amore, la sua compassione a chiunque abbia la pazienza di mettersi in coda) e il Matrimandir ad Auroville (Tempio in stile occidentale futurista e catalizzatore di meravigliose energie limpide e positive).
Sono stati 15 giorni intensi, forti e ricchi di spunti sia per me sia per le persone che ho accompagnato. Il viaggio è strutturato in modo da portare e sospingere le persone in direzione di riflessioni interiori profonde e significative rispetto al proprio usuale quotidiano.
Il primo passaggio il gruppo lo fa quando a Trivandrum, dopo esserci concentrati, lanciamo le nostre noci di cocco contro la pietra sacra di Ganesh e in un concentrato metaforico di psicomagia, favorito dall’ambiente inusuale, tentiamo di spezzare le corde che invisibilmente ci legano hai meccanismi antiquati del nostro ego.
Una esperienza a 360°
Tutti insieme compiamo un atto che inevitabilmente segna i nostri prossimi 15 giorni, una cosa semplice ma che sarà un tarlo presente nelle nostre azioni, immagini che ritorneranno, sogni che rinnoveranno l’impegno e riflessioni che condivideremo con il resto del gruppo.
I nuovi vestiti indiani e il cibo piccantissimo da mangiare con le mani fanno da corollario ai primi giorni, il disagio del caldo eccessivo e qualche zanzara di troppo ci accomuna e ci spinge nel medesimo calderone; il gruppo inizia ad amalgamarsi e i momenti di condivisione mettono in risalto luci e ombre di ognuno di noi.
Siamo in India … e, utilizzando il nuovo mazzo di carte ispirate di LUMEN, ognuno prende un impegno con se stesso e con l’universo; alcuni scoprono che il viaggio li aiuterà a comprendere l’energia dell’accoglienza, altri hanno il compito di riuscire a divertirsi anche interiormente e altri ancora si dovranno dedicare a coltivare la propria autostima.
L’ashram di Amma, per quanto disagevole, è imbevuto dell’amore che lei diffonde a profusione e ci predispone nel migliore dei modi al prosieguo del viaggio.
Dopo un lieto viaggio in barca sulle backwater arriviamo a Tiruvannamalai e la Pradakshina (il giro di 15 km intorno alla montagna sacra di Shiva) offre vari spunti per la riflessione interiore, uno su tutti il tempietto della rinascita; uno strettissimo budello che costringe a sdraiarsi e a strisciare come vermi per uscire dalla parte opposta, un altro atto metaforico di geniale psicomagia che aiuta a confrontarsi con il tema della propria nascita o rinascita che sia, alcuni lo passano agevolmente altri con fatica, i loro sguardi sono comunque scossi, turbati e riflessivi rispetto al significato dell’esperienza provata.
Dal giro intorno alla montagna alla salita sulla stessa il passo è breve e quindi di buona lena la mattina presto ci incamminiamo per andare a meditare in cima ad Arunachala, il gruppo sale e scende quasi a tempo di record e anche quelli che avevano pensato di essere un peso sono costretti a ricredersi davanti all’evidenza dei fatti.
Il più è fatto, le fatiche e gli sforzi per spezzare la staticità del nostro essere sono compiuti e ora non ci rimane che raccogliere i frutti del nostro sottile lavoro ad Auroville.
Auroville, una comunità prima pensata e poi creata intorno al tempio della spiritualità non religiosa; il Matrimandir.
Chi ha avuto la fortuna di riuscire ad entrarvi sa di cosa parlo, un luogo dove ogni cosa è curata nel minimo particolare: oro, acqua e lavoro dell’uomo si intersecano a formare un capolavoro spirituale ricco di simbologia e carico di spiritualità.
Meditare nel Matrimandir mi ha aiutato a percepire il significato della compassione, una parola troppo spesso utilizzata e scaricata di quasi ogni significato qui in occidente, ma in India e in particolar modo nell’Ashram di Amma l’ho rivalutata e infine nel Matrimandir ne ho percepito profondamente il significato, ho compreso il lavoro di Amma e di tante belle anime che hanno lavorato per l’evoluzione di questa umanità dispersa.
Tornerei in India?
Si, ci tornerò e porterò altre persone, i volti e le parole di chi ho accompagnato sono la conferma della bontà e dell’utilità di quanto abbiamo fatto insieme.
Con Amore
Davide