In tempi non sospetti ho beneficiato del privilegio di potermi scegliere
con una certa precisione la tuta biologica che poi avrei indossato.
53 anni solari dopo ne traggo ancora buone sensazioni da tutti gli aspetti.
Fisiologicamente, Emotivamente e Razionalmente le cose funzionano,
non ci sono intoppi;
governando il pensiero riesco a seminare ciò che poi raccoglierò,
quindi, emotivamente appagato la fisiologia,
con grande soddisfazione, si adegua.
Eppure quando corro sudo
e per provare soddisfazione devo spingere al massimo
e sopportare una quantità industriale di sofferenza.
Dopo lo sforzo e in proporzione allo stesso,
la tuta biologica produce la giusta quantità di endorfine.
Già si sa che le endorfine sono la droga fisiologica di chi fa sport …
Il benessere che provo dopo lo sforzo ha un effetto positivo sul mio quotidiano
e naturalmente ne beneficiano anche le persone con le quali entro normalmente in contatto.
Contemporaneamente alla corsa ho preso il “vizio” di meditare,
almeno 10 minuti la mattina e altrettanti la sera
e quando riesco mi ritaglio il medesimo spazio anche in mezzo alla giornata.
La meditazione è un nutrimento per la parte interiore profonda,
mi permette di ritrovare il baricentro
e mi aiuta a correggere la rotta adeguandomi in modo efficace alle condizioni esterne.
Essendo gli stimoli esterni in continuo cambiamento
e non essendo possibile governarli
risulta evidente la necessità
di un persistente controllo e verifica della direzione intrapresa;
quando le correnti marine cambiano o la direzione del vento muta
si rende impellente un opportuno aggiustamento della rotta …
Endorfine e Meditazione sono risorse a cui non posso rinunciare,
certo come dice il titolo di questo scritto è una faticaccia,
ma farne a meno sarebbe molto peggio …
Quando corro tengo sotto controllo il mio centro razionale
che mi suggerisce continuamente di fermarmi a riposare.
Quando medito faccio la stessa cosa solo che anziché controllare i pensieri,
sempre agendo sul centro razionale,
mi ricordo di me e produco la presenza che viene dalla consapevolezza.
Mi ricordo anni fa quando durante una passeggiata in montagna
mi accorsi di quanto il mio essere era succube dei pensieri del mio centro razionale indisciplinato …
sei stanco …
fermati …
riposa …
hai gia fatto molto …;
era un continuo suggerimento ad accorgermi di quella presunta stanchezza
che un attimo dopo svaniva nel nulla quando mi vedevo superare da qualcuno …
Da lì il passo fu breve
e iniziai a lavorare per affamare quelle parti pigre e viziate
che senza accorgermi nutrivo dando retta a quel tipo di pensieri.
Per essere preciso ritengo importante specificare
che il lavoro in favore di un opportuna crescita interiore
non deve essere fatto contro ciò che si rivela insulso o addirittura dannoso;
bensì in favore di ciò che è utile e proficuo.
Quindi è importante imparare a coltivare le parti migliori di noi stessi
trascurando ciò che frena e ci impedisce di raggiungere la vetta.
Così facendo si andrà incontro alle giustificazioni che a questo punto inizieranno a sprecarsi
e si intrometteranno ad ogni tentativo di sforzo.
La tuta biologica è settata al risparmio
e ci vorrà tempo e impegno per smascherare i suoi meccanismi,
il centro razionale è molto abile in questo,
posso affermare, con una certa sicurezza,
che è ciò che meccanicamente sa fare meglio
e troverà una giustificazione adatta e precisa per ogni pensiero di pigrizia.
Osservare le proprie giustificazioni e scoprire cosa nascondono
è un percorso impervio, doloroso e ricco di trabocchetti che porta ad enormi soddisfazioni
e spalanca la strada verso la vera vita.
Meditazioni brevi e ripetute,
corse lunghe e senza affanno
sono la mia ricetta
per godere appieno degli anni a disposizione su questo pianeta.
Con Amore
Davide