Avevo dieci anni e mi domandavo come mai i miei genitori dovessero lavorare tutto il giorno per riuscire a mantenere la famiglia e sbarcare il lunario.
Contemporaneamente in televisione mostravano splendidi documentari descrittivi di intere popolazioni, di altri continenti, dedite al solo soddisfacimento dei bisogni primari e che vivevano in serena armonia con l’ambiente dedicando la maggior parte del loro tempo a tessere e mantenere sane le loro relazioni sociali.
In realtà, i bisogni primari che ognuno di noi ha e a cui è legata la sopravvivenza della specie, sono ben pochi e nella maggior parte dei casi soddisfabili in modo semplice.
Ma la società in cui viviamo ha “incasinato” tutto e ci rende difficile anche il facile!
Oggi, come cantava Jovanotti qualche anno fa, “non ci basta mai”, siamo scissi in due parti, una legata alla nostra parte esterna, alla società, alle apparenze e all’ambiente che frequentiamo, chiamata personalità e mai pienamente soddisfatta e l’altra, al contrario, molto semplice, intima, silenziosa e discreta, la nostra parte interiore, chiamata essenza.
Cosa posso fare io piccolo, insignificante e stupido homo sapiens, molecola tra le molecole in questo infinito universo, continuamente diviso tra il desiderio effimero di acquistare, ancora una volta, un altro inutile telefono nuovo e la pulsione interiore che al contrario mi spinge verso ciò che è solido e rimane con me indipendentemente dal passare degli anni.
Naturalmente non sto parlando di un nuovo prodotto ma della mia crescita personale, del miglioramento delle relazioni sociali e delle mie abilità.
Le carrette di mare affondano, le centrali nucleari esplodono, le tensioni sociali aumentano, i mari sono sempre più inquinati, l’aria è irrespirabile, l’acqua è imbevibile ed è tutta “mia” responsabilità, io piccolo homo sapiens, (ma dove saranno poi tutti questi sapienti?), che non riesco a trovare la forza per rinunciare al poco e subito, in favore del tutto con pazienza.
Salviamo noi stessi da noi stessi e salveremo il pianeta!
Davide